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TOMB RAIDER: IL SUCCESSO, LA CADUTA E LA RINASCITA DI UN MITO SENZA TEMPO

Dario Spatola

Dario Spatola

Ero piccolo eppure me lo ricordo molto bene, non si faceva altro che parlare di lei, di quanto fosse bella e di quanto fosse bello il gioco di cui era protagonista. Se chiedessi a chiunque chi è il personaggio femminile più conosciuto dei videogiochi sono quasi certo che la risposta sarebbe Lara Croft. E come dargli torto, Lara è stata negli anni novanta un icona di stile, conosciuta da tutti e interpretata da attrici, modelle, cosplayer ed ha contribuito ad allargare enormemente una fetta di pubblico che proprio grazie a  lei si è avvicinata al mondo dei videogiochi. Ma andiamo per ordine, perchè la storia di questo franchise è lunga e travagliata, fatta di momenti di giubilo e da abissi che sembravano insormontabili.

L'INIZIO DI TUTTO

Nei primi anni novanta, un azienda inglese di nome CORE Design, sviluppava giochi per Amiga fino a quando l’arrivo delle console a 32 bit non spinse questa software house a lavorare su qualcosa di più grande, un gioco che avrebbe rivoluzionato il mercato sia per gameplay che per la scelta del suo protagonista. 

Dopo svariati tentativi l’allora designer di CORE Toby Gard decise di creare un personaggio femminile che si allontanasse dal classico stereotipo del macho maschile tutto muscoli. La prima scelta ricadde su una ragazza sudamericana di nome Laura Cruz, ma l’aspetto troppo aggressivo non era proprio in linea con le scelte dello sviluppatore che richiedeva una ragazza dai tratti più sensuali e delicati. 

Fu così che venne disegnata quella che poi sarebbe diventata Lara Croft, ereditiera inglese con la passione per l’archeologia trasmessa dal padre. Di lei vengono anche ricordati gli enormi seni a punta, di base le forme di Lara dovevano essere più minute ma il designer giocando col mouse ingrandì per gioco il seno del personaggio per poi decidere di lasciarlo proprio così. La scelta di usare un personaggio femminile ai tempi fu davvero controversa ma la scelta si rivelo azzeccata e Lara vide la luce inizialmente su SEGA Saturn esattamente nell’Ottobre del 1996 mentre su Playstation arrivo un mese dopo.

L’arrivo sulla console di Sony fu un vero e proprio successo che spinse subito Tomb Raider in vetta a tutte le classifiche di quel periodo spodestando anche il bellissimo Super Mario 64 e Lara diventò quell’icona che ancora adesso viene ricordata.

Questo enorme successo spinse la software house inglese ad allargare il proprio team di sviluppo per lavorare su nuovi titoli del franchise, spremendo il più possibile il loro brand di successo.  Lara era diventata protagonista di videoclip, le vennero intitolate strade, compariva in famose riviste e diventò anche musa per delle canzoni. Questa volontà di spingere il più possibile Tomb Raider in qualunque settore porto Toby Gard a lasciare CORE Design perchè tutto questo hype creato attorno a Lara per marketing non era di suo gradimento. 

Questa scelta comunque non fermo la produzione e fu così che nel 1997 usci su Playstation Tomb Raider 2. Inutile dire che anche il secondo titolo della serie ebbe un successo strepitoso,. La nuova Lara era più fluida nei movimenti grazie a un miglioramento del motore grafico e fu anche doppiata in italiano per la gioia dei fan del nostro paese. 

Da qui in poi fù un escalation di successi che porto sulle console Sony altri tre capitoli, Tomb Raider III,  Tomb Raider The Last Revelation e Tomb Raider Chronicles, tutti ottimi giochi ma che non avevano portato freschezza ai titoli dopo tanti anni dalla sua uscita. La saga arrivo anche al cinema e per Lara venne scelta la bellissima Angelina Jolie. La pellicola intitolata LARA CROFT: TOMB RAIDER del 2001 ebbe un discreto successo nonostante le molte differenze col gioco, ma qualcosa da lì in poi comincio a scemare, CORE aveva spremuto all’osso il franchise diventando ridondante e i videogiocatori se ne accorsero e persero gradualmente attenzione verso il brand.

IL TRACOLLO

Con l’arrivo sul mercato di Playstation 2 era lecito aspettarsi che Lara Croft sarebbe arrivata anche sulla nuova console Sony, ma uno sviluppo travagliato e tantissimi problemi sia di scrittura che di concept di gioco portarono nel 2003 Tomb Raider The Angel of Darkness. Questo titolo fu un vero disastro, il gioco presentava molti problemi tecnici e un gameplay senza mordente tanto da qualificarlo ancora oggi come il peggior Tomb Raider della storia della saga. 

Nel 2003 le cose non andarono bene neanche per il secondo film della serie con la bellissima Jolie, la pellicola fu un fiasco totale al botteghino e candido la Jolie ai Razzie awards come peggior attrice protagonista. Per la produzione la colpa del flop cinematografico fu attribuita sempre ad Angel of darkness, dicendo che il film non era piaciuto per colpa della bruttezza di quel gioco.

Quello sicuramente è stato il periodo più buio per la saga che vide pure l’abbandono di CORE design. Per dare nuova ninfa al brand i produttori Eidos Montreal scelsero  Crystal Dynamics che nonostante il bellissimo Soul Reaver non navigava in buone acque. 

LA RISALITA

Con l’arrivo di Crystal Dynamics tornò pure Toby Gard, intento a ridare lustro al suo personaggio più famoso, cosi dopo 3 anni usci sempre su playstation 2 Tomb Raider Legend. I fan apprezzarono sia il restyling di Lara che le novita al gameplay tipo i quick time event e in generale una fluidità che nei vecchi capitoli non si era mai vista. La strada intrapresa era quella giusta e e Gard delizio i fan con Tomb Raider Anniversary, un remake del primo capitolo della serie creato utilizzando il motore grafico di Legend.  La risposta del pubblico fu positiva e le buonissime vendite sia di Legend che di Anniversary diedero le risore per lavorare a un nuoco capitolo della serie intitolato Tomb Raider Underworld, un gioco che porto molte novità come il look di Lara diverso e le molte idee tratte dai film. Nonostante Underworld fosse un buon titolo non riscosse molto successo e da li inizio un lento declino della saga con Eidos che rischiava addirittura il fallimento. 

I REBOOT

Nel 2009 Square-Enix decise di acquisire Eidos e la prima dichiarazione fu proprio quella di non voler abbandonare il brand di Tomb raider ma anzi di rinnovarlo e migliorarlo in molti dei suoi aspetti. Le promesse furono mantenute a patto che si iniziasse da zero e nel 2013 arrivo sulle console di sesta generazione un reboot che ebbe quasi dell’incredibile, Lara fu completamente ridisegnata, più giovane, più fragile ma molto più umana rispetto alla stereotipata vecchia protagonista. Questa scelta così controversa piacque e così anche il gameplay che si ispirava molto agli Uncharted di Naughty Dog, molto più action e con meno enigmi ambientali. Da qui in poi la strada solcata da Eidos e Square-Enix vide i suoi frutti e il reboot spinse pure per una trasposizione cinematografica di questo reboot con la bellissima Alicia Vikander come protagonista. 

L’ormai consacrato reboot diede il via a una trilogia che continuo con Rise of the Tomb Raider, uscito a ridosso del ventennale della serie, e di Shadow of the Tomb Raider, ultimo capitolo della saga uscito fino ad oggi. 

Non si sa ancora cosa riserverà il futuro, l’unica cosa per il momento certa è che Amazon games produrrà il nuovo gioco della saga sempre a cura di Crystal Dynamics, ovviamente speriamo in un bellissimo gioco che sia perlomeno in linea con le ultime uscite.

Quello di Tomb Raider è l’esempio che non basta farsi forza del nome che si porta, bisogna sempre migliorarsi e stare al passo con i tempi, ma è anche il risultato che per entrare nella storia del videogame servono personaggi iconici e Lara, capace di entrare nei nostri cuori con i suoi cambiamenti, la sua forza e le sue debolezze. Ti aspettiamo Lara, a presto.